Sissa è il vero e proprio comune rivierasco: i suoi confini sono delimitati da una parte dal maestoso fiume Po e dall’altro dal torrente Taro che più di tutti ne ha determinato la storia e la sua morfologia con le numerose esondazioni ed alluvioni lungo tutto il corso dei secoli. Il comune conta circa 3945 abitanti, su un territorio di 42.9 Kmq, posto ad un’altitudine di 32 m sul livello del mare. La sua distanza da Parma è di 23 Km.
Il comune è decentrato rispetto alle principali vie di comunicazione, ma ha saputo sviluppare la propria economia grazie alla tenacia e laboriosità degli abitanti. Il settore agricolo che ha una tradizione millenaria si è altamente specializzato e meccanizzato trasformando gli antichi poderi in moderne aziende agricole dedite alle colture intensive (comuni a tutti gli altri paesi della Bassa) come il mais, il frumento, le barbabietole, i pomodori ed il foraggio, all’allevamento bovino da latte che va ad alimentare anche qui una fiorente industria casearia, e dei suini. In particolare l’amministrazione comunale ha favorito la formazione professionale in agricoltura mantenendo viva l’antica tradizione dei norcini (masalèn), della frazione di Palasone infatti è la famosa Spalla cruda (esiste il consorzio della spalla cruda di Palasone). Non mancano certo importanti e fiorenti attività economiche e produttive in tutti i settori economici.
Molti sono i personaggi nati nell'ambito territoriale sissese divenuti poi famosi in diversi campi delle arti: tra gli altri i pittori Francesco Scaramuzza, Pietro Melchiorre Ferrari, il burattinaio Gimmi Ferrari, lo scrittore Giuseppe Tonna.

LA STORIA


Rocca oggi sede del municipio
Album fotografico
Il nome di Sissa deriva dal termine latino "sixia" ossia scisso, cioè il distacco del suo territorio da quello di Palasone, al quale in origine era unito, a causa delle alluvioni del torrente Taro.
Le prime notizie dell’abitato risalgono ad una pergamena del 945, Sissa faceva parte della località, ai tempi più grande, di Palasone  che apparteneva al Capitolato della cattedrale di Parma.
Nel 1195 l’imperatore Enrico V concesse ai canonici la piena giurisdizione sulla zona (Palasone, Sissa e Coltaro) ed è da allora che per il paese cominciò un fiorente periodo. Venne costruita una rocca imponente e con Ottobono Terzi Sissa conobbe il periodo di maggior splendore, ma dovette sostenere i numerosi attacchi dei Rossi di San Secondo. Ottobono Terzi morì assassinato nel 1409.
Sissa per la sua vicinanza al Po fu contesa tra il ducato milanese e i veneziani che se ne impossessarono nel 1440 e rasero al suolo la rocca. Tornati i Terzi la rocca fu ricostruita, ma di dimensioni molto più modeste, con il trascorrere degli anni il centro perse di importanza.
Nel 1630 anche qui arrivò la peste attraverso l’antico porto di Torricella moltissime furono le vittime.
La storia prosegue fino al 1805 quando furono sopressi i feudi e al conte di Sissa rimasero terreni, case e il castello. A metà 800 tutti gli averi dei Terzi passarono nelle mani della famiglia Raimondi. Furono loro che nel 900 vendettero la rocca al comune per la somma di 45.000 Lire e qui venne stabilità la sede del municipio dove permane tutt’oggi. Nella sala consigliare resta un magnifico affresco settecentesco e in una sala è custudito l’antico orologio della torre.
In Paese è interessante la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta per la sua grandiosità: fu ricostruita nel 1950 in seguito ad una disastrosa alluvione, all’interno sono conservati alcuni pilastri ed affreschi della chiesa originaria. La torre campanaria di forma quadrata di stile romanico è ancora dell’antica chiesa.

LE FRAZIONI

SOTTARGINE
Da segnalare in questa piccola località è un edificio "Castellano" oggi adibito a casa colonica pare che nel passato fosse un convento, le sue dimensioni erano di circa tre volte quelle attuali. Fino ai primi anni del ‘900 qui venivano a raccogliersi in preghiera numerosi religiosi.

 

BORGONOVO
Da citare il suo oratorio dell’immacolata risalente ai primi anni del 1600 e il santuario della Madonna delle Spine che esisteva già nel 1489, ma la sua veste attuale risale al 1763.

Santuario Madonna delle spine

Oratorio San Paolino


CASALFOSCHINO

Questa frazione veniva già citata in documenti dell’anno 1000 a testimoniare la sua antichità. Da vedere l’oratorio di san Paolino risalente alla prima metà del seicento è un mirabile esempio di architettura sacra.

 

COLTARO
Sembra che in tempi remoti questo territorio fosse un’isola e per gli eventi naturali legati al fiume Taro venne poi a legarsi alla terra ferma dove il fiume stesso si getta in Po, da qui la denominazione "Capo Taro" abbreviata poi in Coltaro. Lo spirito difensivo dei rivieraschi contro gli eventi naturali derivanti dal fiume gli fece guadagnare il godimento perpetuo delle terre golenali fronteggianti il fiume: accadeva nel XV secolo.
Nell’area golenale si può ammirare il parco fluviale "boschi di Maria Luigia" ultimo raro esempio di bosco di pianura anche se oggi in parte è adibito ad area verde per pic-nic e divertimento.

 

GRAMIGNAZZO
"Terra di Gramigna" secondo il detto popolare. Vi sono tracce nel paese di resti paleolitici e ebbe in età romana un villaggio. Ebbe poi in età feudale molti signori, in particolare i Simonetta che lasciano un palazzo eretto a lato della chiesa. La chiesa fu però distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e ricostruita subito dopo su disegni del locale architetto Mario Vacca: la locale fornace fornì i laterizi necessari alla ricostruzione. Il vero obbiettivo delle bombe, che distrussero la chiesa, era in realtà il ponte costruito sul fiume Taro nel 1936 che però restò illeso. Viene comunemente detto  "il ponte del diavolo".

 

PALASONE
Se oggi è una località costituita da case sparse sulla riva destra del Taro fu in passato centro di notevole importanza che comprendeva anche il territorio di San Secondo. Il suo nome deriva dalla Corte eretta per amministrare la giustizia. Dopo le vicissitudini storiche che videro passare da un signore all’altro fu infine feudo della famiglia Simonetta. Troviamo nella frazione la più antica chiesa del territorio già citata in una pergamena del 999, rimaneggiata poi nel 1622.

SAN NAZZARO

La frazione è citata per la prima volta nel 1405. La sua chiesa fu consacrata nel 1522 e portata alle dimensioni attuali nel seicento. All’interno è conservata una sontuosa cassa d’organo di notevole pregio.

 

SALA
Da visitare l’oratorio settecentesco dell’addolorata e la "Corte Sala" villa padronale con porticato(ricorda antichi chiostri) risalente al 1740.

 


Porto Turistico
TORRICELLA
Oggi è sede del più importante porto turistico fluviale del parmense, segnato sulle carte come porto turistico regionale.  La storia ci racconta che Torricella fu sempre sede di un porto: già nella seconda metà del seicento l’antico porto vede crescere la propria attività grazie agli scambi con Venezia. Agli inizi del novecento è da qui che partono i laterizi che serviranno per la ricostruzione del campanile di San Marco a Venezia.