IL NOSTRO GRANDE FIUME PO


Fiume Po: veduta al tramonto dalla riva dx in località Stagno di Roccabianca
Le nostre origini, la storia della pianura padana sono legate ad un grande fiume che l’attraversa, il fiume PO,in latino (PADUS).
In antichità forniva il necessario sostentamento infatti dal suo corso si ricavava cibo, legname, sabbia, si sa l’acqua e’ sempre stata fonte di vita per qualsiasi civiltà,lungo il corso del fiume sono nate molte espressioni culturali e artistiche lasciando segni indelebili visibili ancora ai giorni nostri.
Il Po si snoda per 652 km lungo la pianura padana, la sua nascita e’ufficialmente in località Crissolo (piano del re)nel gruppo del Monviso nelle alpi Cozie a 2020 mt di altezza,la vi è una targa tra due rocce che indica la sorgente,ma in verità sorgenti molto vicine tra loro contribuiscono alla formazione di quello che a valle diventerà il nostro grande fiume, una di queste arriva dalle acque del lago di Fiorenza posto molto più in alto a quota 2113 mt.
Lungo il suo lento corso il PO raccoglie importanti contributi da 151 affluenti alcuni importanti,altri aimè molto inquinati (esempio il Lambro) esso raccoglie tutti gli scarichi civili e industriali della Lombardia,oggi con una politica più razionale sull’ ambiente sono stati messi in funzione importanti depuratori in Lombardia riducendo così scarichi devastanti per la flora e fauna fluviale.Fiumi
Principale fiume dell'Italia per lunghezza, estensione del bacino (74.970 Km² ) e importanza in generale. La sua complessa rete imbrifera interessa le regioni del Piemonte, della Lombardia, di parte dell'Emilia-Romagna e del Veneto, nonché del Canton Ticino in Svizzera. Il Po scorre con forte pendenza in direzione Ovest-Est fino a Revello, dove devia successivamente a Nord-Est e a nord, finché, superata Torino, piega definitivamente verso est. Nel primo tratto riceve come affluenti: la Varaita e la Maira e, proveniente dalle Alpi Cozie, la Dora Riparia. Poco prima di bagnare Torino, il Po inizia il lungo aggiramento del massiccio collinoso del Basso Monferrato, che si conclude alla confluenza del Tanaro. In questo tratto riceve, proveniente dalle Graie e dalle Pennine, la Dora Baltea e, dal massiccio del Rosa, la Sesia. Superato il grande arco del Monferrato, il Po risale leggermente verso Nord-Est e riceve il Ticino. All'estremità nord del contrafforte appenninico settentrionale, forma la strétta di Stradella, dove si svolsero varie battaglie decisive della storia antica e moderna. Dopo Stradella, l'Appennino e il Po divergono definitivamente e questo ultimo continua il suo corso verso est fino a Cremona, dopo aver ricevuto il Trebbia all'altezza di Piacenza e l'Adda più oltre. Tra Viadana e Guastalla, dopo la confluenza di numerosi affluenti appenninici, tra i quali il Taro, sviluppa un'ampio meandro e svolta nuovamente a nord, ricevendo l'Oglio. Continua quindi verso est con una pendenza sempre più debole e con una larghezza media tra le arginature di 700-800 m, raccogliendo le acque del Mincio, della Secchia e del Panaro. A Sermide ritorna a sud formando, all'altezza di Pontelagoscuro, una nuova vasta ansa immediatamente a nord di Ferrara. A Santa Maria in Punta, frazione di Ariano nel Polesine, ha inizio la ramificazione del delta: il Po di Maestra, il Po della Pila, il Po di Tolle, il Po della Gnocca, il Po di Goro costituiscono i cinque rami del fiume, che alimentano a loro volta quattordici bocche. I due rami mediani, Po della Pila e Po di Tolle, sono i più attivi. Il delta del Po, che ha una superficie di 400 km² circa, si espande sull'Adriatico al ritmo di 60-70 m l’anno. L'apparato del delta ha subìto profonde trasformazioni storiche, sia in seguito alle grandi piene e alla normale azione erosiva delle acque, accompagnata da fenomeni di bradisismo, sia a causa delle grandi sistemazioni idrauliche operate nel passato, specie dalla Repubblica Veneta.
Il Po non è molto adatto alla navigazione, soprattutto a causa dell'instabilità dei fondali ma sono allo studio lavori di sistemazione dell'alveo nel quadro della costruzione dell'idrovia commerciale Milano-Venezia.
La parte terminale del Po ha subito nel corso dei secoli vari sconvolgimenti. Nell'antichità, il fiume correva unito in un unico letto corrispondente al corso dell'attuale Po di Volano; successivamente il suo corso corrispose a quello del Po di Goro, quindi, in epoca romana, la sua foce si spostò a nord della laguna di Ravenna (Po di Primaro). Nel XII sec., in seguito alla rottura degli argini presso Ficarolo, il Po riprese a correre più a nord lungo il Po di Volano poi ancora più a nord, finché all'inizio del XVII sec. (1600-1604) la repubblica di Venezia, per evitare l'interramento della laguna veneta, fece eseguire l’imponente taglio di Porto Viro, che portava il fiume a sboccare più a sud. Da allora il Po cominciò a costruire il delta attuale, che si protende nell'Adriatico con la sua caratteristica forma.
L’uomo con il suo insediamento si sa rovina e modifica l’habitat di molte specie faunistiche ,infatti molte specie di fauna ittica sono completamente sparite dal corso del fiume dovuta dall’inquinamento e dall’introduzione scellerata di specie non autoctone vedi il famigerato SILURO.
Infatti esso cibandosi di qualsiasi forma vivente presente nelle acque del fiume, e non avendo nessun predatore ha terminato l’ opera di devastazione ,infatti il pesce GATTO la TINCA ,la CARPA l’ANGILLA sono ormai introvabili, come al solito oggi si corre ai ripari ma con un ritardo burocratico davvero scandaloso per salvaguardare il poco rimasto. Altra specie devastante per gli argini (in particolare) sono le "NUTRIE" che sono roditori delle dimensioni all’incirca dei castori allevati in Italia per il commercio delle loro pelli (i cosiddetti castorini) tale commercio non ebbe grande fortuna e probabilmente liberate in modo selvaggio vengono ad trovare il loro luogo abitativo ideale nei nostri argini e qui regnano sovrane non avendo predatori e trovando tutto il cibo necessario. Si provvede alla loro cattura, ma naturalmente in modo sempre troppo lento cosicché danneggiano le difese contro le piene del Po.
Imbarcazione caratteristica attrezzata per la pesca amatoriale 
Nella nostra zona le amministrazioni locali rivierasche hanno capito il valore storico del nostro fiume e ci sono importanti progetti e programmi di rilancio turistico per far conoscere meglio il fiume alle nuove generazioni, in località Polesine parmense infatti è sorto un porticciolo turistico,nel periodo primaverile ed estivo e’ possibile noleggiare o fare escursioni guidate lungo il corso del Po,sono sorte piste ciclabili,e parchi naturali, località Coltaro di Sissa si trova un importante parco fluviale (Maria Luigia). Di notevole importanza a livello regionale è il porto turistico di Torricella.

BREVE STORIA DELLA NAVIGAZIONE SUL FIUME PO

Navigare il Po in questa fascia padana, a cavallo fra Lombardia ed Emilia, significa entrare nell’intimo di quel patrimonio naturalistico, economico, storico e culturale che ancor oggi si conserva dentro gli argini del più lungo fiume d’Italia. Le secolari cattive condizioni delle strade fecero sì che le vie d’acqua fossero sempre utilizzate per gli spostamenti ed i commerci, con il Po punto focale di quella navigazione interna italiana che dal Grande Fiume si ramificava poi su altri corsi d’acqua minori e persino nelle paludi. Già in epoca romana, infatti, il Fo rappresentava una via di comunicazione della massima importanza fra il mare Adriatico e la fascia occidentale della pianura padana, anche per il trasporto di truppe, perché non mancavano scali e centri logistici.
Il periodo di piena valorizzazione si stabilizzò durante il Medioevo in quanto, con il formarsi dei regni romano-barbarici, il Po diventò il più importante tramite commerciale fra queste popolazioni e l’Oriente romano. Numerosi documenti d’età longobarda e feudale mostrano la valle padana costellata di porti e solcata da canali comunicanti. Tra XII e XIII secolo i liberi Comuni divennero ormai i soli che potevano esercitare un controllo efficace sul commercio fluviale, ed arriveranno ad elaborare norme statutarie autonome relativamente ai portti nonché ai navaroli e pescatori, senza dimenticare la costruzione e manutenzione degli argini mediante i quali si difendevano dalle inondazioni e controllavano fiscalmente la navigazione interna.
Con l’avvento delle Signorie, tra XV e XVI secolo, il Po come via d’acqua cominciò a perdere importanza per due ragioni: l’asse commerciale s’era spostato verso l’Atlantico, le barriere doganali sempre più forti alzate dai tanti piccoli Stati che s’affacciavano sul Po. Malgrado ciò la navigazione padana non cessò mai completamente, anche se nel Settecento sono davvero poche le sue tracce.
La navigazione a vapore, introdotta in area padana intorno al 1820, costituì in seguito il primo autentico fattore innovativo nel sistema della navigazione interna, basato da millenni sulle forze umane, animali o naturali. S’entrerà così nel lungo periodo in cui questo angolo di Bassa padana pulserà sul Po sia di grandi barche (l’antica rascona, il bucintoro, la gabarra, il burchio) sia di quelle piccole da lavoro (battello, barbotta, magane, peota, le sandole). Sino agli anni Cinquanta l’utilizzo delle barche sarà molteplice e dettato da diverse esigenze: la raccolta della legna; il recupero di sabbia e ghiaia dalle foci dei corsi d’acqua alpini; o il trasporto via fiume di cereali, sale, carbone, mattoni, che sopperiva alla rete stradale assai scarsa. Sulle acque del Po cominciarono ad apparire i primi rimorchi importanti della "Mantovana Barcari" e convogli di stazza ragguardevole andavano transitando verso monte.

Petroliera in transito nella località di Stagno in direzione di Venezia

 Nel dopoguerra invece il Po rischierà di rimanere ferito a morte dalle lobby autostradali, complice una politica italiana dei trasporti che ha puntato solo sulla gomma, relegando il Grande Fiume a collettore a cielo aperto dell’area al tempo stesso più congestionata e sviluppata d’Europa. Però negli anni Novanta s’è invertita la tendenza negativa che minacciava l’estinzione del trasporto merci sul Po. Segnali di ripresa che ora la politica del governo intende appoggiare per alleggerire la rete stradale in una zona come la pianura padana che movimenta il 70 per cento delle merci circolanti nel nostro Paese. E la rinascita della navigazione sul Fo non passa solo dalla via commerciale, ma è contrassegnata anche da riscoperte potenzialità turistiche, che imprenditori ed operatori privati stanno compiendo, investendo nel settore. Di esempio la nave da crociera, ribattezzata "Venezia", naviga carica di turisti americani, tedeschi ed olandesi fra Cremona e Venezia.