DAL
PASSO BROCON A LONGARONE
FOTO CLIKKABILI
  
    | Il viaggio in generale comincia prima di
      partire, inizia quando si pianifica la meta …. Questo è stata la
      stagione di un lungo stop forzato a causa di una frattura del pilota,
      essendo io uno zainetto fedele ho rinunciato volentieri alle pieghe e i
      tornanti montani per questioni di salute. Marco si era già fatto qualche giretto, ma adesso io avevo davvero
      bisogno di sedermi in sella. La lunga pausa di riflessione mi ha solo
      confermato quanto amo la moto e riconfermato che quello che manca alla mia
      passione è il saper guidare…. meglio lasciar perdere…...
 Così inseguendo la voglia di viaggiare in sella alla nostra alata VFR,
      con la cartina della provincia di Trento fra le mani cominciai
      inconsapevolmente la strada per quel week-end allungato sulle tracce di un
      passato triste delle nostre Alpi Venete.
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    | “Hei Marco da qui bisognerebbe mandare
      una bella cartolina al Paio e Luca” guardando la località da me
      indicata Marco “…ma anche a Paolo”: così scegliemmo il passo Brocon;
      come termine quel nome assomigliava a “broc” che nel nostro dialetto
      vuol dire schiappa e brocon grande schiappa. Allargando lo sguardo sulla
      cartina ci rendemmo conto che era un ottimo punto di appoggio per diverse
      altre mete da noi mai raggiunte, quale Longarone e la diga Vajont. Dando uno sguardo in Internet scopriamo il “Brocon” un magnifico luogo
      sito nelle dolomiti trentine. Zona turistica Estiva e Invernale, nel cuore
      del Trentino Orientale Lagorai a pochi chilometri della Regione Veneto. Il
      passo Brocon si trova su di un valico fra la valle del Vanoi e del Tesino
      a mt 1616.
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    | Passo molto aperto, che per circa 4 km. è pianeggiante e
      risulta quasi essere un piccolo altopiano, importante nella storia per
      essere stato un punto strategico delle due guerre mondiali dove ancora oggi si possono trovare i buncher sotterranei e le trincee scavate
      dalle milizie austriache. | 
  
    |  | Ora il Passo rappresenta una
      zona che durante la stagione estiva è imperniata sul turismo che offre
      gite e escursioni con splendidi panorami, altra fonte economica è il
      pascolo bovino; dove viene prodotto il latte che poi verrà portato alla
      produzione di formaggi doc. quali Asiago e Grana padano. La stagione
      invernale è basata sullo sci. Pronti si va! Richiesta telematica di disponibilità nell’albergo che
      porta il nome del passo e attendiamo . Spengo il computer già sognando il
      sole per il fine settimana prescelto (il primo di settembre) e pregustando
      la scorpacciata di curve e chilometri che ci aspettano. L’attesa della
      risposta dell’albergo è brevissima ed immediatamente confermiamo la
      prenotazione: siamo in partenza.
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    | Adesso l’unica cosa , non è poco,
      bisogna decidere il percorso da fare per arrivare al Brocon, si può fare
      la strada che fan tutti o scegliere qualche alternativa. Partiamo di venerdì pomeriggio, verso le tre, dopo un ultimo sguardo alla
      cartina ci mettiamo in marcia. Ci dirigiamo spediti verso il lago di Garda
      che costeggeremo per un breve tratto, per poter raggiungere Affi, qui
      troviamo un traffico caotico di camion e macchine dovuto anche a numerosi
      cantieri e lavori in corso che termineranno questa primavera forse e ci
      ritroveremo una migliorata viabilità con nuove rotatorie.
 Proseguiamo , dobbiamo seguire le indicazioni per Trento e percorreremo la
      dolce Val d’Adige fino a Rovereto. Incontriamo graziosi paesi costellati
      da vigneti e attraversiamo numerose volte il fiume dal colore verde
      intenso.
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 | Forse l’ora o perché è venerdì c’è
      poca confusione in giro, il lavoro nei campi che costeggiano la
      carreggiata è nullo, arriviamo presto a Rovereto e ci ributtiamo nel
      caotico traffico cittadino anche qui maggiorato dai cantieri aperti.
      Dirigiamo verso Folgaria nella speranza di non trovare più la confusione
      cittadina che tanto odiamo, penso fra me che ora davvero arriva il bello
      del tragitto. Lasciata Folgaria senza fermarci ci dirigiamo verso prima il
      lago di Caldonazzo poi a Levico Terme dove prenderemo la statale, per
      poter raggiungere prima le località del comune di Castel Tesino di cui il
      Passo Brocon fa parte. | 
  
    | Uniche soste da Folgaria a Castel Tesino
      sono state quelle per dissetarci ad una fontana e poi al passo Sommo dove
      abbiamo scattato le foto di rito e poi via alla meta. Ci siamo gustati gli splendi panorami sul lago di Caldonazzo senza però
      avere il tempo materiale di poterci fermare e ci siamo dovuti accontentare
      di scattare qualche foto in corsa.
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 | Ormai è sera e comincia a rinfrescare
      dobbiamo sbrigarci o in albergo cominceranno a darci per dispersi ….
      Lasciamo la statale dopo Borgo Valsugana all’uscita per Strigno ed è un
      incanto, si incontrano diversi paesini del Tesino arroccati alle montagne
      ora l’aria è per davvero fresca e se fino ad ora non c’eravamo
      accorti di salire imboccata la strada del passo abbiamo desiderato di
      indossare una giacca più pesante. |  
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    | Nonostante avessimo nello zaino le
      imbottiture invernali era anche tanta la voglia di arrivare: ecco i primi
      tornanti immersi nella foresta. Si sale e gli alberi lasciano il posto ai
      prati e i pascoli, ci sono anche le mucche intente a rientrare alle malghe
      che qui sono numerose, siamo vicini al passo la strada si fa quasi
      pianeggiante e lo sguardo si allunga alle cime più lontane. Si sale
      ancora, sembra di non arrivare mai, ma ci siamo finalmente. | 
  
    | Il Mattino seguente ben rifocillati e
      coccolati dalla proprietaria dell’albergo Passo Brocon riprendiamo la
      nostra moto con tappa ultima  la diga del
      Vajont. Il percorso che
      affronteremo è lungo e le Dolomiti ci accompagneranno per un lungo tratto
      con le loro cime maestose. Scendiamo a motore spento dal Brocon, è una mattinata splendida e il
      panorama che ci si offre è incantevole, la natura stupenda e ci riserva
      grandi sorprese: fiori multicolore e riusciamo a vedere uno scoiattolo che
      non ha paura a mostrarsi fra le fronde di un albero. Scatto delle foto,
      certo di qua non siamo i primi motociclisti ad essere passati, ed un
      tornate troviamo i resti danneggiati di una caduta rovinosa. Nel rientro
      serale affronteremo questa salita con un gruppo di motociclisti trentini,
      la cosa sarà divertente questo è un po’ come la Cisa delle nostre
      parti: migliore. Giunti a Canal San Bovo imbocchiamo per il Passo Gobbera,
      curve e tornanti garantiti e il passo coincide col paese montano che porta
      lo stesso nome.
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 | Discesi dal passo direzione Fiera di Primiero e Passo Cereda: giunti qui
      siamo solo a metà strada, Longarone è ancora lontano, ma ormai ho la “balla”
      di km non sono più abituata … il cielo è limpido e il sole comincia a
      scaldare una sosta al Cereda, facciamo tante foto e dopo esserci riposati
      un poco ripartiamo. Siamo diretti a Gosaldo, Agordo, valichiamo il passo
      Duran poi finalmente Forno di Zoldo
      percorrendo tutta la Valle di Zoldo. Innamorata come sono dei paesaggi
      montani è quasi scontato per me dire che in quei nuovi luoghi
      attraversati ho lasciato un pezzetto di cuore ed a ogni paesino avrei
      desiderato fermarmi. Paesaggi incantevoli offerti dalle Dolomiti! | 
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    |   | Da Forno di Zoldo non manca molto e siamo impazienti di arrivare,
      Longarone è un paesone ai piedi delle montagne disteso lungo il fiume
      Piave, alzando lo sguardo si vede quel enorme muro di cemento che doveva
      servire come diga per contenere il lago del Vajont. Ci impressiona siamo
      ancora abbastanza lontano da quella struttura ma è così grande e
      sovrasta tristemente il paese. Le immagini del film dedicato alla tragedia
      legate alla diga mi tornano alla mente e si stringe un nodo in gola al
      pensiero di tanti morti. | 
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    |  | Quando siamo sulla diga troviamo tanti turisti e al centro visite ci danno
      molte informazioni interessanti e nella voce di chi parla si sente ancora
      il dolore bruciante per le perdite umane e materiali subite.
      Quello che vediamo al di là del muro della diga è impressionante: in una
      diga uno si aspetta di trovare l’acqua qui ci trovi la montagna che c’è
      franata dentro, la montagna non c’è più e sulle pareti roccia nuda.
      Negli anni sono cresciuti gli alberi a ricoprire il male fatto
      da uomini senza scrupoli a queste comunità. |  | 
  
    | A pranzo facciamo tappa a Erto nella
      parte antica del borgo dalle lunghe schiere di case costruite in pietra
      troviamo lungo uno stretto viottolo un grazioso ristorante, Gallo
      Cedrone, dove per un modico prezzo tutto compreso abbiamo
      assaporato diversi piatti tipici e bevuto buon vino e una squisita grappa
      fatta in casa e ricevendo un'ottima ospitalità. Qui
      incontriamo un numeroso gruppo di motociclisti veneti, ragazzi e ragazze
      di ogni età anche loro per la prima volta a visitare questi luoghi, il
      gruppo Prontooo. | 
  
    | La domenica mattina comincia un po’ così
il cielo è coperto da nuvole e non c’è esattamente un buon clima. Oggi la
nostra meta è Passo croce d’Aune, restiamo un pochino delusi la strada è
molto trafficata e l’ultima parte è abbastanza brutta poi non c’è il sole
e tutto ci appare spento. In compenso la gente è cordiale e aperta. Ci fermiamo
al centro informazioni dove ci raccontano la storia dei luoghi e ci ricoprono di
depliants informativi sulle varie manifestazioni. Qui ci consigliano, a noi
motociclisti piacerà sicuramente, per il pranzo di fermarci a Pedavena nella
antica birreria. Così facciamo. Scendiamo dal passo, la strada è decisamente
migliore curve ben raccordate e divertenti da percorrere. Arriviamo al locale
che ci hanno indicato e qui troviamo tutto il veneto motociclistico. Il parcheggio è
stracolmo di moto. Una buona birra che ci ne fa assaporare il vero gusto che è nascosto nei meandri di un passato che qui rivive con la birra del
centenario.  | 
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    | Dopo esserci ben
      rifocillati ripartiamo e quella che sembrava una giornata bigia si
      trasforma in un magnifico pomeriggio assolato e decidiamo che non si può
      sprecare il tempo che ci resta e ci dirigiamo alla volta di Fiera di
      Primiero per la Val Noana. Dimenticata dal turismo caotico di massa ci
      ritroviamo in una splendida vallata ancora quasi del tutto intatta, se non
      fosse per lo sbarramento artificiale della diga che forma il lago, si
      potrebbe pensare che qui la natura è padrona di se stessa. La valle
      finisce con un magnifico rifugio. I sentieri che si possono percorrere per
      escursioni sono numerosi ed incontriamo chi ha fatto il proprio bottino di
      funghi. Bella e graziosa questa valle, dove la natura è selvaggia come
      dovrebbe essere. | 
La giornata non è ancora finita e non
abbiamo voglia di tornare in albergo ecco per cui breve tappa sul grazioso lago
Calaita, ma per i nostri gusti troppo affollato di turisti e qui la bellezza del
lago è offuscata dal troppo chiasso della gente che non sà rispettare
l'estrema bellezza del luogo ed è un vero peccato.
Lasciato presto il lago Calaita lungo la
strada per il Brocon facciamo tappa in un piccolo museo allestito dalla sezione
locale degli alpini con diversi reperti della 1 guerra mondiale dove qui a
lasciato tristi ricordi.
 
 
presto on line il seguito del report  
 
