GIUSEPPE TONNA: SCRITTORE E TRADUTTORE

Giuseppe Tonna nasce a Gramignazzo il 28 maggio 1920, da un piccolo proprietario terriero sposato con una donna proveniente dalla bassa cremonese.
Secondo di tre figli, Giuseppe studia a Parma nel collegio dei Salesiani, si diploma al liceo classico e si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Pisa. Ospite alla Scuola Normale, per mesi il giovane sissese si occupa dello studio delle materie umanistiche, prime fra tutte la letteratura latina e quella greca. Grande appassionato di Virgilio, si laureò a Bologna (nel frattempo, a causa della guerra, era stato costretto a un riavvicinamento) con una tesi sulle Georgiche.
Nel 1945, a soli 25 anni, sposa Libera Pizzi, da cui avrà i due figli Teresa e Carlo.
Dopo una lunga peregrinazione per le scuole di Parma, della Valle Camonica e del Cremonese, nel 1959 inizia a insegnare al Liceo "Arnaldo" di Brescia , dove rimane fino al 1979, anno della sua improvvisa morte.
Collaboratore di "Aurea Parma", "Palatina" e "Caffè", della "Gazzetta di Parma" e del "Giornale di Brescia", Tonna entra nel circuito letterario di Parma e frequenta Bertolucci, Colombi Guidotti, Artoni e Cusatelli. A Brescia, invece, stringe amicizia con l’editore Roberto Montagnoli e con il pittore Luciano Cottini.
Amante della filologia e del mondo contadino, nelle sue opere è riuscito a conciliare alla perfezione questi due aspetti della sua vita apparentemente tanto distanti.
Il suo primo libro di racconti, «Le bestie parlano», fu pubblicato dall’autore a sue spese, nel 1951 per i tipi di Guanda, ed ebbe poca risonanza; rischiava di essere dimenticato, dato che il volume era pressoché introvabile anche nelle biblioteche italiane, quando, nel ’99, la piccola casa editrice bresciana La Quadra ne fece un’edizione in mille copie, che subito andarono esaurite.
Nel 2001 uno di quei racconti, dal titolo «La bestia malata», è stato inserito nella prestigiosa antologia in tre volumi «Racconti italiani del Novecento», a cura di Enzo Siciliano, il quale ha confermato la scelta fatta su Tonna già nel 1983, in un’analoga antologia.
Ciò basta per poter affermare che non è stato dimenticato. Nella nota che introduce il racconto, Enzo Siciliano sottolinea l’appartenenza di Tonna alla categoria, rara, dei «narratori animalisti»; ricorda il suo essere «padano»; annota l’uscita, oltre a «Le bestie parlano», di «Uomini Bestie Prodigi» (pubblicato nel 1979 dalla bresciana Grafo). Siciliano si sofferma poi a commentare come il magnifico reinventore del linguaggio del «Baldus» di Folengo e della «Cronaca» di Salimbene de Adam, e il traduttore-divulgatore di «Iliade» e di «Odissea» (tuttora ristampate nei Grandi Libri della Garzanti) abbia usato per le sue narrazioni «una lingua a colori puri, tendenzialmente nominale, o tinteggiata con la terra d’ombra della memoria».Il critico è esplicito quando afferma che ciò che riscatta queste prose dal rischio del bozzettismo è «la musica di fondo».
Tonna, dunque, sta conoscendo una nuova primavera editoriale, testimoniata dall’interesse che gli editori, specie di area padana, continuano a manifestare per i suoi testi e per le sue traduzioni.
Ascoltate la puntata del 16 dicembre 2010 di Radio EmiliaRomagna con la lettura di alcune favole del libro Favole Padane:
Racconti d'autore
Favole Padane
di Giuseppe Tonna, Monte Università Parma Editore, 2009