SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL ROSARIO

Fontanellato è conosciuto da molti per la devozione alla Madonna del Rosario che richiama molti pellegrini al Santuario  che si eleva al di fuori del centro storico ed è diventato specie in tempi recenti, polo di attrazione e di sviluppo urbanistico.
Veronica da Correggio vedova di Giacomo Antonio Sanvitale nel 1512 chiamò alcuni frati domenicani della comunità di Zibello perché assistessero la popolazione di Fontanellato. Essi si stabilirono nei pressi di un preesistente oratorio del 1397 dedicato a San Giuseppe e distante 300 metri dalle mura della rocca, di proprietà del marchese Galeotto Lupi di Soragna e donato appunto ai frati domenicani. Anche la comunità venne associata all'impresa. Questa antica cappelletta ampliata dai religiosi, assieme al convento che vi avevano costruito per abitarvi, costituirono il primo nucleo del Santuario allora dedicato a San Giuseppe (1514).
Nel 1531 convento e chiesa furono saccheggiati dai soldati e i frati li restaurarono entrambi, ma nel 1543 il convento di San Giuseppe veniva demolito per ricavare pietre da usare in fortificazioni.
Nel 1552 i figli di San Domenico tornarono a Fontanellato ricostruendo ancora e tempio e monastero, dedicandoli come prima a San Giuseppe.
Dopo il Concilio di Trento (1563) e dopo i fatti di Lepanto (7ottobre 1571) la comunità domenicana di Fontanellato ordinando (1615) a un anonimo artista di
Parma di scolpire in legno la statua attuale che si venera in Santuario, promuoveva la devozione alla Madonna invocata appunto con il titolo di «Regina del Santo Rosario».
Dato il crescente afflusso di fedeli i frati domenicani pensarono ad un edificio sacro più vasto - l'attuale - il quale ebbe inizio nel 1641 e fu inaugurato il 18 agosto 1660. Sempre travagliata fu la storia dei domenicani di Fontanellato.
Vennero cacciati una prima volta da Ferdinando di Borbone nel 1769, da Napoleone nel 1805, di nuovo nel 1866 fino a quando nel 1879 e chiesa e convento dei religiosi (diventato nel frattempo monastero delle monache domenicane scacciate da Colorno) ed ospizio vennero riscattati con pagamento del corrispettivo prezzo presso il Municipio di Fontanellato.

Nel 1906 il Papa Pio X, il giorno 26 settembre, elevava il Santuario di Fontanellato alla dignità di Basilica minore.
La facciata attuale, neo barocca, è stata ideata e progettata dall'architetto Lamberto Cusani nel giugno 1912 e iniziata nel 1913 assieme al corpo aggettante sul fianco. Come nel restauro di Santa Croce di Fontanellato, così anche nell'intervento sul Santuario il marchese Cusani (Parma 1877-1966) ha operato dopo una lettura filologica attenta dell'edificio, senza snaturare lo stile originario. La facciata su cui intervenne il Cusani era molto semplice: divisa su due piani da una trabeazione sorretta da sei semipilastri con capitello dorico al piano inferiore e da sei lesene con capitello ionico a quello superiore. Un frontone triangolare chiudeva l'edificio con un pinnacolo al centro con la croce.
Il corpo laterale era basso e costituito da un ambiente con grandi arcate vetrate.
Il marmo diventava così l'elemento decorativo principale e la coerenza stilistica dell'architetto è così storicamente e culturalmente precisa che nella sua realizzazione sono state notate notevoli affinità con il progetto di Francesco Francini, architetto del XVIII secolo, conservato nell'Archivio di Stato di Parma e mai realizzato, progetto che con ogni probabilità il Cusani ignorava.
L'architetto contemporaneo ha scelto di creare un gran pronao a tre arcate su colonnato con basamenti e capitelli bronzei, cinto superiormente da una balaustrata ornata di statue di Santi.
Mossa e chiaroscurata è anche la parte superiore che culmina con la ripresa del motivo della balconata e con lo slancio verso l'alto della statua della Fede. Furono recuperate le statue originali della seconda metà dei XVIII secolo e furono realizzate nuove statue dal prof. Pietro Morseletto di Vicenza.
Nell'incarico affidato inizialmente al Cusani erano previsti anche i rifacimenti della cupola e del campanile che non furono realizzati per mancanza di fondi.
L'interno della chiesa, sottoposto a ripulitura e restauro dal 1997, è ad aula ed era completato il 18 agosto 1660: lesene con capitelli corinzi in stucco che staccano quattro cappelle a ciascun lato; la volta è a botte e nel transetto è la cupola con cupolino, l'abside è poligonale.
Nella volta sono affrescate Quattro storie di S. Domenico, fondatore dei «domenicani» di Pietro Rubini (Parma 1700-1765), che realizzò anche gli ovali con i Miracoli della Vergine databili prima del 1731, come ricorda una testimonianza di quel anno del priore Lodovico Malaspina.
Di Marco Mazelio sono gli otto paliotti in scagliola policroma tutti firmati e datati 1701, mentre il pavimento alla veneziana è successivo al 1817.
Il grande organo posto nella retrofacciata è opera probabile del cremonese Giulio Sacchi e fu realizzato entro il 1696.
Nella prima cappella a destra l'ancona, dei primi del secolo XVIII, ha la pala di vari Santi Domenicani con Santa Caterina da Siena (1669); la seconda i Santi Paolo, Tommaso d'Aquino e Pietro (1663); la terza ha una bellissima ancona a cariatidi e la pala coeva rappresenta San Domenico in Soriano (1666).
La Statua della Madonna col Bimbo è del 1615 e venne collocata solennemente con una cerimonia d'incoronazione, che fu memorabile, nel tempietto o trono attuale nel 1650, opera di Giovanbattista Guerrini su disegno dell'architetto Carlo Natali.
Ai fianchi del trono si scorgono le statue lignee di San Domenico a sinistra e di Santa Caterina a destra con angeli.
Nel transetto a destra e a sinistra della seconda metà del XVII secolo è una Strage degli Innocenti e Miracoli della Vergine di Pietro Rubini.
Il coro ligneo e altri mobili dovrebbero essere di Giulio Seletti (prima metà sec. XVIII).
Un'attenzione particolare meritano gli ex voto ora tutti raccolti in sagrestia, databili dal XVII secolo agli anni recenti; vicini a noi con una ricchezza di immagini, situazioni, eventi al cui centro è sempre il devoto omaggio alla Vergine di Fontanellato che non sono solo testimonianza toccante di fede, ma anche documenti di vita (vedi scheda "Gli ex-voto e la memoria").
L'altare maggiore a mensa utilizza strutture settecentesche dell'altare smontato della Cattedrale di Parma.
Risalendo verso la facciata del tempio nelle cappelle laterali di sinistra troviamo un Crocifisso ligneo degli inizi del 1700 (nella quarta); una bella ancona con la cimasa decorata dallo stemma dei Farnese con la pala che rappresenta la Circoncisione databile tra il 1663 e il 1666 (nella terza); un'ancona del 1706, coeva a quella della cappella che le sta di fronte e l'immagine di San Giacinto, domenicano, che porta in salvo il SS.Sacramento nell'ostensorio e la statua della Vergine del 1669 (nella seconda cappella);
un'ancona degli inizi del '700 con San Raimondo che veleggia sul proprio manto del 1669 (prima cappella).
La statua della Vergine fu nuovamente incoronata il 24 maggio 1925 in piazza Duomo a Parma e alla fine delle celebrazioni, nel piazzale del Santuario di Fontanellato fu collocato il monumento del Beato card. Andrea Ferrari (Lalatta di Pratopiano, Parma 1850 - Milano 1921).
Nel 1971, su progetto dell'architetto Enea Trenti fu costruito il nuovo piazzale davanti al Santuario con arcate da un lato e alberi dall'altro.
All'interno del convento dei religiosi nel 1978 ad opera dell'architetto M. Trenti è stato costruito un moderno chiostro e nel 1996 la adiacente "Casa del Pellegrino".